Semplificando la sua definizione, la si può estremizzare paragonandola alla lingua che permette la comunicazione tra dispositivi elettronici alla stregua della lingua parlata dagli esseri umani per poter comunicare e quindi comprendersi. Oltre al mero e semplice standard di comunicazione, il protocollo è responsabile dell’interazione sicura tra i dispositivi, dell’affidabilità e della coerenza del messaggio trasmesso, in modo che l’utente possa automatizzare e controllare i dispositivi in modo efficace.
I protocolli in domotica sono numerosissimi e si distinguono per diverse caratteristiche quali: la sicurezza, la velocità di trasmissione, la struttura, la stabilità, l’affidabilità, la latenza, la portata, la scalabilità, la compatibilità tra diversi sistemi, il costo dei chip relativi al protocollo stesso e la facilità d’uso.
La grande classificazione riguarda la particolarità del protocollo nell’essere aperto o chiuso:
I protocolli chiusi sono protocolli di comunicazione legati ad una specifica azienda. Ogni dispositivo parla quel preciso protocollo e sarà legato ad un prestabilito ecosistema di dispositivi di un’azienda precisa che ne deterrà il possesso. Sono sconsigliati, in quanto tutto l’ecosistema domotico rimarrà legato a quella marca ben precisa e l’evoluzione hardware che software come di conseguenza le funzionalità innovative offerte dai dispositivi, dovranno passare dall’evoluzione che l’azienda applicherà ai suoi prodotti.
I protocolli aperti (Open Source) sono protocolli di comunicazione che favoriscono in primis l’interoperabilità tra diversi sistemi e diversi dispositivi. Si ha la congiunzione e il dialogo tra dispositivi di diverse case produttrici. I dispositivi sono messi in comunicazione in maniera facile con o senza un gateway che gestisce e coordina l’intera rete domotica. Solitamente per ogni protocollo di comunicazione aperto si crea un consorzio (Alliance) che garantisce al consumatore finale, per ogni dispositivo, un certificato di collaudo e funzionalità. Il prodotto marchiato dall’alliance ha rispettato gli standard del protocollo di comunicazione ed è stata testata la sua operatività in un ambiente con diversi dispositivi tutti certificati.
Esempi di protocolli sono:
- ZigBee: è un protocollo appartenente alla categoria domotica wireless che utilizza una tecnologia sicura e a basso consumo energetico. Tra i dispositivi con questo protocollo si annoverano anche sistemi piezoelettrici. L’intera rete di questo protocollo può gestire fino a 65.000 dispositivi.
- Z-Wave: protocollo appartenente alla categoria domotica wireless, anche esso utilizza una tecnologia sicura. Per la comunicazione tra i dispositivi utilizza una rete meshing che garantisce maggiore stabilità e affidabilità.
- Wi-Fi: è forse il protocollo più diffuso è utilizzato per la connessione tra dispositivi. Utilizzato comunemente nelle abitazioni per collegare i dispositivi mobili alla rete Internet. Utilizzato come protocollo domotica per la sua facilità di utilizzo e di presenza all’interno delle abitazioni.
- Bluetooth: è nato come protocollo di connessione tra dispositivi a corto raggio. Utilizzato da subito all’interno degli smartphone per il collegamento di dispositivi da collegare allo stesso quali auricolari. Con i nuovi chip 5.0 si ha la possibilità di utilizzare questo protocollo in maniera professionale anche all’interno di un sistema domotico.
- Thread: protocollo di connessione per domotica wireless stabile e affidabile. Paragonabile allo ZigBee offre un numero elevato di connessioni di dispositivi domotici attraverso un’elevata sicurezza.
- KNX: forse uno dei protocolli più famosi nella domotica wired. Utilizza una topologia a bus.
- Matter: l’ultimo nato dalla collaborazione di più consorzi, per trovare un protocollo che potesse essere utilizzato a livello generale, che permetesse l’interoperabilità con tutti i diversi protocolli della scena e rendesse chiaro, semplice e facile l’utilizzo e la comprensione.
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